di Serena Caleca
Quando ci si trova dinanzi ad opere dove l’animo di un artista, ha tracciato segni di propria mano e ha visionato interiormente una immagine onirica, per poi, dal fondo del silenzio portarla alla luce, ci troviamo difronte ad un mistero più grande di noi…quasi in punta di piedi, ci sembra accostarsi ad un linguaggio universale, che va oltre il tempo e che parla quella lingua senza confini che tutti possono comprendere…è il linguaggio dell’arte, la forza della fotografia dello stato interiore.
Nascono immagini come emissioni di luce, che partono dal di dentro e si lanciano verso il mondo, con una libertà che niente e nessuno può tacitare. Maria Ragno è un’artista che conosce bene questo processo, il suo rapporto con la tela si rivela da un lato “intimista” e dall’altro intensamente “propulsivo”. Con il termine “propulsivo”, intendo descrivere al meglio la forza di questa energia “in uscita”, che incanta nelle opere della Ragno, catturando la parte più viva e semplice ma autentica del nostro sentire.
L’artista sembra prediligere la centralità dei soggetti scelti, enfatizzandone l’emozione e sfumando invece i contorni o posizionandone il discorso nella parte centrale dello spazio di lavoro, per meglio dare forza al messaggio empatico. Il tratto libero dei segni, con largo uso di giochi di forze, vettori in uscita, lance, frecce, vortici, tocchi di materia, colore materico, corpo di materia colore e quant’altro, trasmette inequivocabilmente proprio quella carica propulsiva che si muove dal dentro al fuori e che lascia la sua impronta in purezza.
E’ il caso di alcune opere, tipiche dallo stile molto personale di Maria Ragno, come “INCOSCIENZA”, dove ravvisiamo l’ebrezza della giovinezza nei volti garruli delle giovani ragazze raffigurate; un vortice di pensieri, idee e sogni, come un vento incauto e dispettoso, le travolge nello scorrere inconsapevole dei giorni, e sono belle e sono libere e sono fresche e sono felici, mentre nella forza della loro splendida incoscienza, sembrano sorvolare ogni impedimento, travolgendo tristezze e inutili retaggi…con quella imprudenza meravigliosa tipica della loro età…
è ancora il caso della serie di opere dedicate al cosmo, dove la pittrice, con coraggio di artista, per nulla intimorita, si misura faccia a faccia con l’energia creatrice dell’universo. Come davanti ad uno spettacolo che l’occhio umano stenta a mirare senza sentirsi mancare il cuore, lei si pone con l’umiltà del suo dono creativo, al servizio dell’uomo stesso, nello sforzo di catturare l’attimo dell’esplosione creatrice che si suppone abbia dato vita all’universo…nasce un’opera magistrale,”BIG BANG”, più volte riprodotta sotto luci e cromie differenti, che si merita nel 2016 il Premio “DIPLOMA D’AUTORE” alla Biennale di Roma dello stesso anno. La descrizione dell’evento cosmico è talmente efficace e realistica che viene spontaneo chiedersi se l’autrice abbia avuto il privilegio di osservarla dal vivo…i mondi escono come in fuga lanciati nel vuoto, dal nucleo primigenio in esplosione, scintillando infinite particelle di pulviscolo di materia che accende il buio della notte siderale, soffermandosi nella descrizione di una in finita gamma di colori quanti sono i componenti chimici e organici in grado di portare la vita nel mondo., il tratto è vigoroso ma si sofferma con precisa composizione nei particolari di difficile descrizione, mentre il colore pur essendo ricco in gamma e libertà, rimane composto, splendidamente misurato nelle sfumature che rendono quasi tridimensionale la materia in esplosione, che erompe dalla notte dei tempi.
Nel processo di movimento dal “dentro” al “fuori” che caratterizza le opere pittoriche di Maria Ragno, i soggetti coprono un’ampia versatilità di argomenti, tutti coerenti nel cogliere i vettori della trasmissione di energia vitale, dalle origini del cosmo agli sguardi del volto umano, che si fanno a volte misteriosi a volte intensi. La collezione dell’artista sembra essere attraversata, dalla fugacità di sguardi danzanti, catturati quasi rubati alla visione cosciente del vivere di ogni giorno, per poi rimanere, nel profondo dell’anima come parole mute, capaci di dire più di ciò che non sia detto, sferzanti come ferite, inquietanti come interrogativi cui trovare risposta..
.raccontando per sempre il mistero del vivere, il racconto dei
racconti, la scintilla divina che portiamo dentro.