“Non mi fermerò…
Yvonne Gandini – “Lasciare il finito per incontrare un riverbero dell’infinito” – 2018 – Olio su tela – 60 x 40
“Non mi arresterò dinanzi ai muri delle incongruenze, dinanzi al freddo dei vuoti d’anima, ai vagiti d’infante sommersi dal frastuono del profitto dei popoli, alla bellezza che avanza amara, fra le lamiere taglienti dell’incauta indifferenza…”
Yvonne Gandini dialoga con se stessa e l’uomo nell’attimo creativo di questa opera recente, dove, nel percorso descritto,il suo occhio intravvede la meta, in mezzo a quelle acque che un giorno invitavano alla dolce contemplazione della vita, e ad un tratto si alzano impetuose come faraglioni. Inspiegabili avamposti di comunicazioni interrotte che vogliono e forse devono rallentare il cammino dell’anima nel suo esprimersi; muri che tentano di sbarrare la strada, obbligando lo spirito a penetrare ancora più intimamente nel profondo di noi stessi, per incontrare laggiù, nelle regioni della vita interiore, un riverbero dell’infinito..
L’artista si lascia trasportare dal frastuono di un movimento anarchico, cui si trova ineluttabilmente coinvolta, ponendosi tuttavia nella posizione di chi è deciso a non arrendersi intravvedendo la meta. La trasmissione dell’emozione arriva immediata agli occhi dell’osservatore che si pone dinanzi all’opera, anche grazie alla tecnica utilizzata in questa alternanza tra pennello e spatola definita “Rivelismo” e che caratterizza con frequenza le opere di Yvonne Gandini.
Il colore adagiato sulla tela con la ricchezza di un pennello generoso, viene poi nervosamente stirato dai colpi di spatola, sapientemente antagonisti fra di loro, riuscendo a trasmettere il dramma della lotta e la confusione delle voci interiori; la visuale punta tuttavia verso un orizzonte erto, ma illuminato, simboleggiato dalla vetta sull’orizzonte che tende la mano al passo…
…sulla tela si distendono come su un’autostrada di vita, il Presente e il Domani, incuranti degli ostacoli e delle rinunce…il rivelarsi dell’intima lotta emerge pian piano dalla contemplazione degli effetti chiaroscurali lasciati dal passaggio della spatola che affonda nel colore come nell’anima, rivelando bagliori nascosti. Il tono dominante della scena è infatti proprio il blu che in arte, come insegna la filosofia kandinskiana, rappresenta la vita della psiche profonda e il tempo della ricerca.
L’opera di Yvonne Gandini si pone al bivio tra una modalità espressiva dolcemente descrittiva ed una forte spinta propulsiva verso la destrutturazione del segno. L’immagine procede sulla tela a partire da un soggetto vissuto e amato nell’esperienza reale, dal quale poi, l’artista si distacca, quasi travolta da una forza che ascendente, ne afferra le emozioni e le trascende; le porta in superficie ed infine le rivela nella luce del riverbero dell’infinito, lasciando lo sguardo libero di contemplare la forza dinamica delle contraddizioni e lo splendore delle certezze.
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